Via della Stamperia [1] (R. II - Trevi) (da via del Tritone a Piazza di Trevi)
"Come ognuno ben ne scorge, questa via così appellasi dalla stamperia camerale ivi esistente [2]. Al medesimo stabilimento va ora unito un grazioso edifizio eretto sotto il pontificato di Gregorio XVI (Mauro Alberto Cappellari - 1831-1846), in cui è stata stabilita la calcografia camerale". (Rufini - 1847)
Il palazzo fatto costruire su vecchie case, dal cardinale Luigi Cornaro (1517-1584), pronipote di Caterina Cornaro (1454-1510) regina di Cipro, che per la prima volta portò i sedani a Roma [3].
L’edificio che era stato disegnato da Giacomo Del Duca (1520-1561) fu anche abitato dal cardinale Giulio Mazzarino (1602-1661) e passò poi a donna Olimpia Pamphili [4], cognata di Innocenzo X che, secondo Pasquino: "Magis amat Papa Olympiam, quam Olympum”.
Restò ai Doria in eredità e Pio VI (Giovanni Angelo Braschi - 1775-1799), dopo averlo acquistato, lo adibiti a residenza della Stamperia Camerale che era stata fondata da Pio IV (Giovanni Angelo Medici - 1559-1565) e da Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1572-1585) affidata ad Aldo Manuzio il giovane (1547-1597).
Gregorio XVI (Mauro Alberto Cappellari - 1831-1846) incaricò Giuseppe Valadier (1762-1839) di ingrandirlo col palazzetto (già acquistato da Gregorio XII nel 1738), che accoglie anche oggi quella Calcografia, che custodisce i più celebri rami, incisi da Mercuri, Piranesi, Pinelli ecc., raccolta che ebbe origine nel XVIII secolo da quella posseduta dai De Rossi, mercanti di stampe.[5]
Nel palazzo della Stamperia risiedettero il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio quando nel 1870 gli edifici pontifici passarono allo Stato, e il Ministero delle Corporazioni, durante la dittatura fascista, fino al suo trasloco in via Veneto [6].
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[1] ) Via della Stamperia è stata precedentemente il primo tratto dell’attuale via del Tritone, da Santa Maria in Via, al palazzo della Stamperia Camerale.
[2] ) Per la Stamperia del Popolo Romano vedi n.2 Istituto Studi Romani del marzo-aprile 1959 a pag.247.
[3] ) Vedi via Quattro Fontane (Trevi).
[4] ) Primo di questa famiglia, poi principesca, venuto a Roma alla metà del XV secolo fu Antonio "procuratore del fisco", e Paolo II lo confermò nell’ufficio che gli procacciò una certa agiatezza, se poteva migliorare la casa acquistata nel 1470 all’angolo di via Pasquino. L’origine della famiglia si fa risalire ad un Panfilo Pamphili, vissuto a Gubbio nel 1200.
[5] ) I De Rossi, della scuola del celebre incisore Antoine Lafréry (1512-1577), ebbero fondachi propri a S. Biagio della Pace e a Piazza in Agone (1649-1691). L'ultimo dei De Rossi, verso la fine del XVIII secolo, cedette tutta la sua collezione di “rami” al Governo Pontificio, che aumentò così quelli della Calcografia.
[6] ) Per il palazzo Carpegna, ov’è l’Accademia di San Luca, vedi “via Scavolino”.
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